Il mondo del triathlon internazionale negli ultimi mesi si è infiammato sotto l’hashtag #50WomentoKona, unendosi nella richiesta unanime di parificare il numero di pro femminili in gara a Kona con quelli maschili.
Kona è una gara storica, con un fascino unico. Kona non è un sogno solo per le bellezze paesaggistiche tipiche delle Hawaii, e neppure perchè sia la location della prima gara di triathlon in assoluto ma è soprattutto il campionato del mondo Ironman. E questo conta, ancor più per un professionista.
I pro che possono gareggiare sono 50 maschi e 35 femmine. In parole povere un pro deve gareggiare in altri Ironman che offrono loro punti rank in modo da entrare in una classifica di cui i primi acquisiscono il diritto di entrare nella starting list di Kona. Chiaramente la richiesta del movimento è che le slot siano 50 per entrambi i generi.
I principali motivi per cui era stata compiuta questa scelta se forse esistevano inizialmente ora sono per lo meno discutibili. Ne elenchiamo i principali presenti sul web, senza pretesa di esaustività e verità, con risposte correlate.
Per i pro vi è la stessa possibilità di allenarsi.
Non è completamente vero in quando un pro ha bisogno di allenarsi molte ore al giorno e quindi rinunciare spesso ad altre entrate finanziarie che non siano quelle legate a sponsor. Essendo più difficile per un’atleta donna poter gareggiare a Kona, l’esposizione mediatica è minore e quindi anche l’interesse di eventuali sponsor.
Le donne age group sono numericamente minori degli uomini e quindi anche i pro devono rispettare tale disparità.
Non vi sono meccanismi per cui il numero di slot debba aumentare in merito di un incremento della categoria age group di uno o dell’altro sesso.
In più, le opportunità incoraggiano la partecipazione. Se vi fossero maggiori possibilità di entrare a fare parte di quel sogno, aumenterebbe anche il numero di donne che decidono di approcciarsi al triathlon e in particolare alle lunghe distanze.
Un numero maggiore di donne non beneficerebbe alla competitività della gara.
L’edizione del 2014 sembra bastare a smentire questa ipotesi con una grande insicurezza sulla vincitrice femminile ancora oltre la metà della maratona.
Non c’è abbastanza partecipazione femminile per motivare l’aumento delle slot.
L’iniqua distribuzione di slot può disincentivare l’approccio femminile alle lunghe distanze.
Un maggior numero di atleti significa aumentare la visibilità mediatica del triathlon e di conseguenza potrebbe portare a un incremento della partecipazione a questo sport di atleti più o meno talentuosi.
Ci uniamo alle migliaia di persone che hanno partecipato a questa piccola battaglia, continuando a sognare la magica aria di Kona.